Come portare sul lavoro l'esperienza della maternità - Come fare le cose

Come portare sul lavoro l’esperienza della maternità

Il ritorno al lavoro dopo i mesi passati in maternità è spesso vissuto male, dalle mamme e anche dai datori di lavoro.

Alla mamma dispiace dover lasciare per tante ore al giorno il bimbo ancora piccolo e si chiede se ce la farà a gestire tutto bene come vorrebbe. Il datore di lavoro pensa che d’ora in poi avrà un lavoratore “di serie B”, con la testa spesso altrove e poco disponibile ai sacrifici.

Questa è l’opinione prevalente, eppure dopo essere diventata mamma (da pochi mesi per la seconda volta nel giro di due anni), qualcosa non mi tornava… Ad esempio, pensavo, il lavoro in più legato al doverti prendere cura di due piccoli, oltre che di te stessa, ti costringe a migliorarti da tanti punti di vista (organizzazione del tempo, definizione delle priorità, velocità nel prendere decisioni, ecc.), tutte abilità che nel lavoro sono utilissime, altro che lavoratore di serie B! Come mai nessuno parla della maternità anche da questo punto di vista?

Questi pensieri mi rimuginavano in testa già da un po’, finché qualche settimana fa mi è caduto l’occhio su un libro: Maam – La maternità è un master che rende più forti uomini e donne. Ecco! Finalmente spiegato, in modo chiaro e ordinato, perché la maternità potrebbe essere vissuta dalle donne e dai datori di lavoro in modo diverso, come un periodo di crescita e aggiornamento professionale durante il quale si imparano o si rafforzano delle competenze che sono utilissime nel lavoro.

Alcuni esempi:

  • Focalizzarsi e lavorare per priorità
    I bimbi piccoli assorbono praticamente tutta la giornata (e anche la notte!), per cui bisogna imparare a focalizzarsi al massimo, anche per periodi di tempo molto brevi, in base alle priorità.
  • Delegare
    Fare tutto da soli è impossibile, la mamma quindi si trova a dover delegare alcune attività a diverse persone (primo tra tutti il papà, ma anche nonni, baby sitter, ecc.), cercando di gestire al meglio il “team di lavoro”.
  • Adattarsi velocemente alle circostanze
    Le mie amiche già mamme mi dicevano “il bambino cambia ogni giorno, quello che va bene oggi potrebbe non andare più bene domani”.
    È proprio così, e questo ti obbliga a non dare mai nulla per scontato ed essere sempre pronta ad adattarti in fretta alle nuove circostanze.
  • Pazienza!
    Spesso la pazienza della mamma è messa a dura prova, ed è un allenamento incredibile per riuscire a sopportare con atteggiamento zen qualunque problema sul lavoro!
  • Gestire le emergenze
    Purtroppo con i bimbi capita anche di dover gestire delle vere e proprie emergenze: si impara a mantenere la lucidità e ad agire con la freddezza necessaria per risolvere il problema velocemente e nel miglior modo possibile.

Secondo il libro, tutto questo non è esclusiva delle mamme: sono competenze sviluppate con la fatica quotidiana dell’accudimento quindi possono riguardare anche i papà oppure chi si prende cura di qualcun altro (ad esempio, assistendo un genitore malato o con attività di volontariato).

Affinché ci sia un vero vantaggio, però, bisogna abbattere la barriera tra chi si è in ufficio e chi nella vita privata, per riuscire a trasferire le competenze da un ambiente all’altro.

Io aggiungerei anche: è necessario che da parte delle mamme ci sia la consapevolezza di portare del valore aggiunto nel lavoro, e non essere le prime a vedersi come “meno appetibili” di prima.

Se vuoi saperne di più puoi acquistare su Amazon il libro Maam – La maternità è un master che rende più forti uomini e donne.

Crescita personale autore: Lucia 17 Nov 2014

Vedi anche